IL SENSO DELLA FUNZIONE POLITICA
10/03/2018
In un mio saggio osservo quanto segue:
1.- “il capitalismo realizza il socialismo tramite le finanze pubbliche”;
2.- “i poteri forti prosperano non sulla struttura del
“sistema” ma sulle sue disfunzioni, in esso (da essi) indotte
artificiosamente”;
3.- sì che “il problema del genere umano non
è ideologico ma di ordine legale-penale, perché i
poteri forti attaccano lo stato (configurandosi il delitto contro la
pubblica amministrazione)”.
In Italia ci sono 2.400 miliardi di euro di debito pubblico: chi ha
deciso di incrementarlo, sì che le risorse che potrebbero
essere impiegate nel sociale (circa 80 miliardi ogni anno) sono
“bruciate” per il puro pagamento degli interessi sul debito ?
Si può pensare che, data pure in Italia la crisi del settore
privato e dei cittadini, attanagliati da fallimenti di
attività imprenditoriali e esercizi commerciali, licenziamenti,
precariato e disoccupazione (al 35% nei giovani) e poi tassazione (al
35-40%), come dal rapporto Eurispes (2018), se tuttavia i 100 miliardi
di evasione fiscale e i 60 miliardi di corruzione non ci
fossero, le cose potrebbero andare meglio.
Si osserva quindi quanto segue:
1.- si devono distinguere nella società e nell’economia le
disfunzioni di ordine strutturale dai problemi che possono essere
definiti
contingenti: le prime riguardano l’utopia (“non si
può cambiare il mondo", "ci sono limiti alle capacità
riformatrici della politica"); sui secondi invece si può agire.
Sono cioè variabili di azione possibile (su di esse
interferiscono i poteri forti, inducendovi crisi sistemiche);
2.- quindi la politica è questo:
a.- perfezionare
l’economia di mercato;
b.- occuparsi degli ammortizzatori sociali
(per coloro che rimangono indietro nella gara competitiva), eliminando
i problemi contingenti, che sono:
b1.- sprechi,
b2.- deficit,
b3.- evasione,
b4.- corruzione.
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Oggi (sabato 10 marzo 2018) il giornalista Aldo Cazzullo (Corriere
della Sera) dice che non
si deve dare denaro pubblico alla gente: “lavoro sì, reddito di
cittadinanza no”. La funzione dello stato è di protezione
della condizione
giuridica dei cittadini. Le mie richerche indicano che essa ha
valore anche in senso economico. Lo stato deve cioè
garantire
benessere a prescindere dal lavoro. Il mercato dà reddito in
cambio di lavoro (se il lavoro c’è). Lo stato invece deve
“mantenere” economicamente tutta la famiglia umana,
l’insieme dei cittadini, a prescindere da qualunque condizione.
La sopravvivenza del genere umano non può essere ricattata
dall'adempimento morale del dovere nel lavoro. Poi l'uomo
adempirà il suo dovere nel lavoro, per altre ragioni, e non
perchè costrettovi (etica, religione, religione civile,
incentivi, alcune costrizioni da parte dello stato).
Tutta la civiltà umana sottopone storicamente l'uomo a questo
ricatto: lo spettro dell'indigenza per costringere l'uomo al lavoro.
(Sono state indicate condizioni alternative.) La società
consente agli individui di sopravvivere solo se essi
danno in cambio qualcosa. Questo non corrisponde al senso dello
stato, ma è un ricatto imposto dai poteri
forti ai cittadini, quei poteri forti che hanno
acquisito il controllo, non detto e non ufficiale, delle leve del
potere in tutti gli stati del mondo, sì che il vero diritto (che
dato dalla corretta definizione, non storica, del socialsimo
scientifico) non
può attualmente esprimersi a livello nazionale e mondiale.
gp