DEFINIZIONE DELLA PULSIONE PRIMARIA DELLA STORIA. SCHEMA DI ANALISI: IL MODELLO DELLE SFERE DI CUSCINETTO.
13/03/2018
L’azione prima che muove
la storia è l’atto di volontà di dominio per farsi
servire (e avere una vita comoda).
Questa semplice definizione spiega ad
esempio la strutturazione della società in classi sociali (ceto
ricco, ceto medio e meno abbienti), e il ruolo della moneta. Essa
è un mezzo di selezione sociale per il quale chi ne possiede di
più viene servito da chi ne possiede di meno.
Storicamente lo stato nella sua
evoluzione moderna si inserisce come cuscinetto tra i ricchi e i
poveri, a protezione del ceto medio.
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La piramide sociale ha un vertice, costituito dai ricchi, una base, i poveri, e una sezione di mezzo, il ceto medio.
Il modello delle sfere di cuscinetto
dice che il ricco, che asserve la società ai suoi bisogni,
secondo la pulsione primaria, non lavora direttamente ma si serve delle
classi sociali per fare in modo che siano esse a lavorare al suo posto.
Le sfere di cuscinetto sono
l’insieme dei livelli che separano il ricco dai lavori manuali, e
sono dette “di cuscinetto” perché in questo modo
esse ne proteggono il benessere.
Con il progresso tecnologico i ceti
ricchi cercano di ridurre lo spessore delle sfere esterne perché
la macchina non ha bisogno dell’uomo e rende inferiore la
dipendenza del ricco dalla parte intermedia e bassa della piramide
sociale. Ecco che il ceto medio non serve più. Poiché di
esso lo stato è funzione protettiva, sviluppatosi storicamente a
questo scopo, i ceti ricchi, definiti come “poteri forti”,
attaccano lo stato cercando di farlo fallire, per sostituirlo con le
città private e gli stati privati, in modo che anche la
giustizia sia fattore privato e così manipolabile a piacimento.
Entra in crisi il diritto pubblico, il concetto di sovranità,
che doveva significare il potere della comunità dei cittadini
sul territorio dello stato (quindi anche sulle proprietà dei
ricchi), come potere di controllo sulla propria condizione di benessere
e sul proprio futuro.
Questa analisi pone alcune problematiche:
- nell’ottica del ricco,
se rimane solo il ceto povero, come viene regolata la sua riproduzione
e trasmissione ereditaria di padre in figlio ?
- i debiti pubblici (e la crisi
finanziaria globale degli anni 2007-2008) sono stati indotti
artificiosamente, ovvero pianificati ?
- perché in Italia la società è in crisi mentre in Francia e in Germania il ceto medio è forte ?
- se in Cina il ceto medio è
in aumento, anche se è sottoposto a un duro orario di lavoro,
ciò significa che in questo paese la classe dirigente pianifica
la sua prosperità anche per il futuro ?
Per la Cina si osserva che il
potere è nelle mani del ceto politico e che le sfere di
cuscinetto devono essere grandi, sia perché grande è il
numero dei dirigenti, sia perché sarebbe difficile soffocare lo
stato e il ceto medio, in una situazione di così elevata
popolazione. Lo stesso si può dire per l’India.
Per quanto riguarda la crisi
generalizzata del ceto medio in Occidente, essa è confermata sia
dall’osservazione della condizione dei giovani (precariato), sia
dalla elezione di Trump in USA e dalla presenza dei populismi in
Europa. Si riconosce che più che pianificazione si può
parlare di effetto indiretto della globalizzazione (forse non
pianificato). La manodopera a basso costo in Oriente crea un forte ceto
medio, ma povero, in Oriente, e la crisi dell’industria in
Occidente, così indotta nel suo ceto medio (anche in quello benestante).
gp