Pordenone, 2 ottobre 2017
Ill.mo ch.mo Prof. Dr. Paolo GROSSI
Presidente della Corte Costituzionale,
sono un ex insegnante di sostegno di Pordenone, ho 45 anni.
Desidero, come cittadino, esporLe alcuni rilievi critici sulla Carta costituzionale.
1.-Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Assemblea costituente non
poteva non essere sotto l’influenza dell’America, ma non
dell’URSS, perché sebbene presente un Partito Comunista e
la liberazione sia stata realizzata dai partigiani, furono gli
americani a risalire lungo l’Italia, dal SUD, e a occupare Roma.
Inoltre, Pio XII e De Gasperi erano atlantisti. Questo condizionamento,
secondo me, fu operato in due modi: lasciare i cristiani (e i
comunisti) scrivere i principii fondamentali, e strutturare il corpo
delle norme (parlo della seconda parte, quella etico-economica) in modo
che esso non interferisse sulle dinamiche dell’economia di
mercato. Nella costituzione si parla di libertà di intrapresa, e
di inalienabilità della proprietà privata, ma non si cita
il modello di sviluppo e di produzione: quel capitalismo,
quell’economia di mercato che condizionano e strutturano la vita
delle persone, in modo dominante, sì che il voto politico
è per essa del tutto ininfluente.
2.-Un secondo difetto della costituzione riguarda un tema, la
burocrazia, che gli studi di sociologia hanno toccato solo
indirettamente (Weber), con tematiche di psicologia industriale. La
pubblica amministrazione, giustificata ai tempi della ricostruzione nel
postbellico come prelievo fiscale da investire nei servizi pubblici,
oggi è prelievo fiscale per mantenere l’impiego pubblico e
i costi della politica, oltre che sprechi e corruzione, ed essa dagli
anni ’80 ha generato il debito pubblico, freno allo sviluppo del
Paese. La Costituzione non pone limiti: a)-alle dimensioni della
burocrazia; b)-alla quantità del prelievo fiscale. Se è
obbligo il pareggio di bilancio, ciò è freno alla spesa
ma non è limite dal lato delle entrate. E’ infatti
facoltà senza limiti del potere statale imporre (sempre nuove)
imposte e tasse ai cittadini, questo senza neppure i vincoli europei
(l’Europa essa peraltro essendo, oggi, mera forma di burocrazia,
in progetto di essere sempre più invasiva in senso tecnocratico).
3-Dal lato dei sistemi di difesa e di sicurezza, la democrazia vede
politici che, dopo il caso Moro, sono paralizzati dalla paura, di
proporre un mutamento del modello di sviluppo e delle istituzioni, per
correggere questi due difetti (uno dei costi dell’amministrazione
pubblica è la spesa in armamenti, la quale è anche
problema di diplomazia), perché i servizi segreti sono
l’apparato di vertice di detti sistemi, e, sotto il controllo
estero, sfuggono a quello del parlamento, da essi ricattato e
minacciato: essi creano un “nemico”, internazionale, per
giustificare se stessi e il potenziamento della spesa bellica mondiale.
Illustre Signor Giudice, la Carta costituzionale è paradossale:
come fondamento del convivere civile, è sacra, ma è
proprio questo convivere che essa tradisce, perché esso è
determinato dalle tre forze da me individuate, che non sono da essa
guidate e controllate: il capitalismo, la burocrazia e gli apparati di
sicurezza.
Voi siete i custodi di un sistema imperfetto, e avete il dovere di
esporre una critica fondamentale della Carta costituzionale che regola,
in modo tanto contraddittorio, ma anche così complesso e
perfetto, la vita del popolo e della popolazione italiani; una critica
da portare su un piano non ideologico ma scientifico, che apra la
strada a una sua riforma, non solo per l’Italia, ma per tutto il
mondo (che guarda all’Italia). Se la Costituzione italiana,
così limitata, fosse estesa al mondo, questo pure migliorerebbe
nei suoi difetti, che sono povertà precarietà e
sfruttamento nel lavoro, ovvero quelli, da sempre, del capitalismo.
Il diritto pubblico è il luogo dell’incrocio tra la
filosofia politica e la filosofia del diritto, anche se esso è
stato forgiato, sempre, non sul piano teorico, ma dai movimenti della
storia, che hanno creato le costituzioni dei popoli, e oggi si fanno
drammatici, trovando in ritardo, in Italia e nel mondo, tanto
l’azione politica quanto la riflessione dei giuristi sul piano
teorico. Ora, questa, di cui Voi siete così alti e autorevoli
interpreti, deve prendere il sopravvento, pianificando e creando una
nuova carta costituzionale, su cui i popoli trovino unanime accordo, la
quale affermi il primato del diritto sull’economia, dei diritti
umani fondamentali sul capitalismo, ciò a livello universale.
Cordiali saluti.
gp