PER LINKEDIN – 28/02/2018
Con il mio saggio del 26/02/2018 sono stati introdotti diversi concetti di diritto pubblico:
-il
principio di sovrapposizione tra sovranità e
proprietà. I terreni i fabbricati e i beni di proprietà
privata insistono sullo stesso territorio nazionale, su cui lo stato
esercita potere di imperio;
-il
principio di interferenza. Questo principio pone la relazione
diretta tra il diritto costituzionale e la disciplina
dell’economia politica. Tramite il prezzo di equilibrio dei beni
di sussistenza, alcune persone non possono accedere ad essi
perché hanno un reddito basso. Tramite il concetto di
sovranità, essi pure ne sono proprietari, cosicchè il
concetto di prezzo viola il diritto;
-il rapporto tra lo stato minimo e il concetto di sovranità. Al
primo appartiene anche il welfare state, perché questo aggiunge
in più solo gli ammortizzatori sociali (lo stato sociale non
è uno stato socialista). La sovranità nasce nelle
monarchie e ha valore/contenuto “economico”: difesa delle
proprietà (= tutto lo stato) del re come difesa della sua
incolumità ma anche del suo benessere materiale. Da qui trae
origine il
principio (originario) della natura economica della
sovranità, che giustifica quanto detto sopra (il prezzo di
mercato come limite alla sovranità dei cittadini);
-questa caratteristica della sovranità si è persa nelle
democrazie (è stata la borghesia che ha limitato la
sovranità con il prezzo di mercato). Nello stato minimo,
liberale (che è anche il welfare state), la difesa interna e
esterna protegge lo stato, suddiviso nelle tante proprietà dei
cittadini. Se il cittadino ha reddito, dà imposte che alimentano
i costi di questa difesa. Se invece il cittadino perde la casa, lo
stesso sistema impositivo fiscale gliela confisca e così la
difesa della sovranità difende la proprietà solo dei
possidenti, e non dei cittadini poveri che sono “sganciati”
dal mercato (perché non hanno lavoro, né reddito);
-permanendo la natura economica della sovranità, poiché
anche questi cittadini sono sovrani, anche persa la proprietà il
cittadino povero ha, tramite lo stato, comunque potere di imperio (che
in democrazia è delegato appunto allo stato) su tutto il
territorio nazionale, insistendo la sovranità di tutti i
cittadini (ricchi e poveri) su tutti i terreni fabbricati e beni
interni al territorio statale, anche su quelli di cui i poveri non
hanno proprietà;
-la conseguenza è che
lo stato deve proteggere i poveri economicamente, a causa della loro sovranità;
-questi concetti, inclusi del concetto di
finalità sociale della
proprietà privata (così in Italia), che giustifica
l’
istituto giuridico dell’espropriazione per
l’interesse generale, implicano e sottendono appunto il concetto
dell’
interesse generale, e della sua prevalenza (
principio di
prevalenza della sovranità sulla proprietà, derivato dal
principio di supremazia del potere di imperio) sull’interesse dei
singoli e della loro proprietà (privata);
-si sta dicendo che l’interesse generale, in base ai principii di
sovrapposizione e di interferenza, e quindi di prevalenza e di
supremazia, pone il singolo cittadino come proprietario (per
partecipazione), in base alla sua sovranità (potere pubblico
generale), di tutti i beni posti sul territorio dello stato, per cui se
egli perde la sua proprietà a causa delle leggi di mercato, egli
permane comunque proprietario, in via figurativa, di quella stessa
proprietà da lui persa, come si ogni altra, ragione per cui lo
stato deve risarcirlo e comunque supportarlo (giustificazione ad
esempio del reddito minimo/reddito di cittadinanza).
***
Deve essere posto correttamente il rapporto tra filosofia politica (dei
filosofi), filosofia del diritto (dei filosofi e dei giuristi) e
diritto costituzionale (dei giuristi), perché i filosofi e i
giuristi possono costruire una costituzione per il mondo, che non sia
opera “ideale” (sulla forma delle dichiarazioni ONU e
europea dei diritti) ma già operativa (principii generali e
organi di uno stato-governo mondiale), per essere scelta da tutti i
popoli della terra. Si intende qui una iniziativa che non sia una mera
raccolta di firme/manifesto di intellettuali e accademici, ma qualcosa
di più efficace che possa passare (in accordo con i poteri
forti) direttamente nei parlamenti di tutto il mondo.
gp