CONFUTAZIONE DELLA FAVOLA DELLE API DI MANDEVILLE
20/03/2018
PER
IL PROFILO FACEBOOK, AGOSTO 2017.
PARTE A
In ambito epistemico si
è cercato di portare una critica "frontale" (scientifica) alla
favola delle api di Mandeville, come Marx non aveva fatto, la quale
è paradigma fondante del liberismo capitalistico. Dato un
sistema di molteplici operatori economici, eguali, come vuole Rawls, ai
"blocchi di partenza", le loro azioni economiche, in quanto egoistiche,
generano punti di accumulazione. Essi rompono la simmetria iniziale: le
successive azioni incrementano l'asimmetria, sì che il sistema
(mercato) ne viene condizionato in modo che la libertà degli
operatori (anche immessi successivamente) viene vincolata e limitata.
Oltretutto, non solo il clinamen (deviazione casuale), generante i
punti di accumulazione (passaggio dalle botteghe artigianali alle
imprese, da quelle piccole verso il monopolio) è necessario, ma
esso è causato all'inizio da una fondamentale "appropriazione
originaria delle ricchezze", attuatasi in modo non economico (il
sopruso, l’illegalità, la guerra...), per cui gli
operatori non partono in condizione eguali, ma con asimmetria iniziale.
Ciò confuta la favola delle api: gli operatori non hanno eguali
opportunità, la libertà delle scelte è
condizionata, e il progresso avviene solo per i punti di accumulazione
(gli azionisti).
PARTE B
La favola delle api è
confutata fondamentalmente dal concetto giuridico di "persona
giuridica". Gli operatori contemplati nel modello teorico di Mandeville
sono "persone fisiche", per questo considerate eguali. Invece nel
mercato ci sono anche le grandi imprese, che sono e agiscono come
operatori equivalenti alle persone fisiche. Esse causano due fenomeni:
(1) sono più forti delle persone fisiche (asimmetria); (2)
generano barriere, come blocchi, alla libertà e alle
opportunità delle persone fisiche. Mandeville dice che l'egoismo
individuale genera l’altruismo sociale: se tutti gli operatori
operano per il proprio interesse egoistico, l’azione simultanea
di essi genera spontaneamente progresso sociale per tutti (ciò
che viene viziato dall’intervento pubblico). Invece, questo
risultato è impedito dalla presenza nel mercato dei grossi
operatori, che accumulano la ricchezza a scapito della
molteplicità degli operatori individuali.
gp
PARTE AGGIUNTA (20/03/2018)
La libertà di
molteplici operatori lasciati liberi di perseguire il proprio interesse
egoistico, non genera la mano invisibile del progresso sociale, ma
piuttosto il caos, come dimostrato dall’attuale assetto
geopolitico e economico del mondo. Invece, proprio la mano visibile
dello stato, una cui azione è la politica industriale,
può mettere ordine a questo caos, direzionando la libertà
degli operatori verso l’ordine, e limitando l’azione delle
barriere alle opportunità dei soggetti più deboli (tali
rispetto al potere delle grandi organizzazioni e degli apparati
burocratici).