PER LINKEDIN – 02/03/2018
LA FUNZIONE STORICA DEGLI ESERCITI E IL PRINCIPIO DI INDIPENDENZA
Storicamente, sempre gli eserciti, caratterizzati da competenza e
azione tecnico-scientifica, sono stati utilizzati per questi motivi:
1.- volontà di dominio e espansione del re e del suo stato;
2.- volontà di dominio e espansione delle élite (ceti dominanti) e degli stati da essi controllati;
3.- motivi di business (interessi economici) delle stesse élite;
4.- difesa delle nazioni dagli aggressori.
Nelle moderne democrazie il punto 4 esprime la funzione fondamentale,
mentre i punti 2 e 3 agiscono “mascherati”, dovendo fare
attenzione al controllo delle popolazioni sugli apparati di sicurezza
nei regimi democratici.
Questo mascheramento fa sì che l’espressione dei punti 2 e
3 sia delegata alle funzioni di intelligence (penetrazione nascosta del
nemico o territorio da assoggettare a dominio), e spesso
l’esercito segue, per diversi motivi giustificati
all’opinione pubblica democratica, questo “terreno”
preparato dall’intelligence.
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La differenza tra il diritto naturale (o ideale) e il diritto positivo consta in questi due punti:
a.- mentre il primo non si sa come definirlo, il secondo è
quello che si afferma storicamente, ed è spesso caratterizzato
da un equilibrio tra poteri: questi sono le élite, le masse e la
tecnica;
b.- il primo non ha la forza di imporsi (si dice), il secondo si impone
con la forza degli eserciti, e degli apparati di sicurezza (polizia e
intelligence).
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Il principio di indipendenza degli eserciti significa che gli eserciti
di tutto il mondo, dato anche il potere di distruzione delle armi
moderne, non devono più seguire le direttive dei governi
democratici, perché essi sono condizionati dalle élite
(potere di lobbying). Per cui i vertici degli eserciti devono seguire
il diritto naturale, e conoscono i propri scopi che sono pacifici.
Questo principio stabilisce che alla competenza tecnico-scientifica
della macchina offensiva e difensiva i vertici degli eserciti uniscono
una loro indipendente funzione politica, per cui essi sanno che cosa
gli eserciti devono fare e non hanno bisogno di essere guidati dai
governo democratici.
Questa funzione politica indipendente degli eserciti unisce ad essi gli
apparati per la sicurezza interna (polizia e intelligence), e insieme
anche la magistratura, che ha il loro stesso scopo.
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In questo modo è possibile risolvere i problemi implicati dai punti 2 e 3.
Nella democrazia il potere del popolo sarebbe potere diretto sugli
apparati di sicurezza, e causerebbe (come dimostrato dalla vendita in
USA delle armi ai cittadini privati) l’autodistruzione del corpo
sociale e della civiltà, perché le masse sono aggressive.
Il potere democratico della popolazione sugli apparati di sicurezza
è quindi mediato dai rappresentanti politici, e in questa
mediazione si inseriscono i punti 2 e 3, ovvero il condizionamento
delle élite dominanti sui politici per il controllo di detti
appararti a scopo di potenza e di dominio. Questo controllo viene
così neutralizzato dal principio/condizione
dell’indipendenza degli apparati di sicurezza.
gp